Il ‘calacala’: i pesci salgono, la verdura scende…

La cucina ischitana nasce dall'incontro di due culture: il mare e la terra. Isola con una fortissima vocazione campagnola, dove si producono eccellenti vini, ma non solo, Ischia ha forgiato la sua cucina in base ai prodotti dell'orto e dell'aia: e quindi verdure in quantità e carni bianche come polli e conigli ruspanti.

E poi sulla fascia costiera dove si viveva a stretto giro di vite con il mare, i fornelli perlopiù erano dedicati al pesce azzurro, ai purpitielli e ai frutti di mare. Non erano vite separate quelle dei contadini e dei pescatori, almeno non lo erano in tavola! Lo scambio dei prodotti avveniva frequentemente e non solo nei mercati.

Spesso il sistema era quello del 'calacala', un baratto effettuato direttamente 'in loco'. Dal mare le barchette dei pescatori si avvicinavano alle coste e i contandini che stavano lavorando le terre in collina li chiamavano per effettuare lo scambio: ci si avvicinava quanto più era possibile al mare e si calava un paniere pieno di ortaggi, a volte con un coniglio o un pollo, del vino.

I pescatori svuotavano la cesta e la riempivano di pesci e frutti di mare. È stato proprio così che è nata la cucina ischitana di terra e di mare.